Giovedì, 25 Novembre, 2021

25 NOVEMBRE, GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Il Comitato “Donne in Movimento AGCI”, attraverso le sue Rappresentanti, all’unisono dice BASTA alla violenza di genere, violazione dei diritti civili

Nel 2021 ogni giorno, in Italia, 89 donne sono state vittime di violenza. Inoltre, secondo l'ultimo report della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, nel 36% dei casi, l'autore del femminicidio è stato il marito o il convivente. Ad oggi, sono 263 gli omicidi con 109 vittime donne di cui 93 sono state uccise in ambito familiare o comunque affettivo.

Nel 2020, il 40% dei femminicidi è avvenuto in ambito familiare per motivi legati al rapporto nella coppia; nel 2021 sono aumentati i casi di morte per “lite e futili motivi”. Quest'anno, finora, sono state 63 le donne uccise dal marito o dal partner.

Dal 15 al 21 novembre 2021, in appena sei giorni, sono state uccise 6 donne. In 3 casi, il responsabile è stato il partner o ex.

Questi sono i dati sconcertanti che fotografano una realtà malata, incredibilmente incivile, in cui le donne subiscono violenza, soprusi e, molto spesso, nel silenzio e nella paura di denunciare il proprio carnefice.

Per il Presidente del Comitato “Donne in Movimento AGCI”, Alessia Stabile: “Sono stati fatti sicuramente molti passi avanti negli ultimi anni, per offrire maggiore tutela giudiziaria alle vittime di violenza con l’introduzione, ad esempio, del codice rosso, ma purtroppo non è ancora sufficiente. In alcune parti d’Italia vi è un’indifferenza totale ed una lentezza giudiziaria anche nell’ammettere un semplice provvedimento restrittivo, ciò è inaccettabile. Ma dopo, eventualmente, l’emissione di questo provvedimento, quali azioni concrete vengono fatte dalle forze dell’ordine per impedire che il denunciato, ammonito con provvedimento restrittivo, rispetti poi questo ammonimento? Se nessuno controlla, come può una donna vittima di violenza sentirsi sicura e tutelata? Un grandissimo lavoro viene fatto quotidianamente dai centri per le vittime di violenza e che dovrebbero, proprio per questo, ricevere maggiori finanziamenti da parte dello Stato. Un altro aspetto fondamentale su cui vorrei focalizzarmi è l’ambiente di lavoro, spesso luogo in cui la violenza sia verbale che fisica viene subita dalle donne.  Un effetto positivo per disinnescare una situazione grave è predisporre, da parte dell’azienda, un organismo interno di prevenzione e contrasto della violenza di genere.

Per la Vicepresidente Vicaria, Sandra Miotto: “A 10 anni da Istanbul non abbiamo fatto molti passi avanti, continuiamo a parlare delle situazioni di violenza cruenta e ci dimentichiamo delle moltissime situazioni di violenza e discriminazione nel mondo del lavoro, dove non troviamo aiuto, supporto, collaborazione ed adeguata retribuzione. Inoltre viene dato poco spazio alla cooperazione che, se con i giusti finanziamenti, potrebbe promuovere i fondamentali servizi per dare forza e nuove opportunità di lavoro alle donne. Il più importante servizio contro la violenza è l’autonomia economica, i servizi di sostegno sono una doppia opportunità per garantire la giusta conciliazione famiglia-lavoro. La cooperazione, quindi, può cambiare l’attuale situazione. Noi cooperatrici dobbiamo combattere per far conoscere di più il nostro mondo e far capire che, anche senza grandi investimenti e capitali, si può fare impresa e salvare tante vite”.

Per la Vicepresidente Alba Dell’Acqua: “Quest’anno il mio disagio, rispetto alla ricorrenza del 25 Novembre, è profondo perché la riflessione che mi viene da fare è: “Durante questi anni d’impegno costante, cosa abbiamo realmente ottenuto? Poco, molto poco, la scena desolante del Parlamento praticamente assente durante la relazione della Ministra per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, è esplicativa, è il segnale evidente di una problematica ritenuta probabilmente quasi d’impossibile soluzione. E’ necessario educare all’amore, al rispetto, ai sentimenti, senza che siano percepiti come espressione di fragilità. Il 25 Novembre lo si deve celebrare nella quotidianità, altrimenti questa mattanza dilagherà in maniera esponenziale”.

Per la Vicepresidente Cinzia Sirtoli: “Il mio messaggio è la convinzione che finché non metteremo a frutto leggi e progetti che possano iniziare a modificare la cultura maschilista e padronale in cui ancora, ahimè, viviamo, andare avanti sarà difficile. Lo squallore degli applausi dei senatori all’affossamento del Ddl ZAN, ci danno la misura di quanto sia difficile progredire. Detto questo, dobbiamo stringere i denti e continuare a lottare come abbiamo fatto fino ad oggi”.

Per la Vicepresidente Rosina Niola: “Il mio messaggio vuole essere di speranza affinché noi donne, abituate a lottare da sempre per avere gli stessi diritti e soprattutto le stesse opportunità, non ci arrendiamo. Il mio pensiero più grande va alle donne che scappano dai loro Paesi di origine a causa di guerre, povertà e sono respinte ai confini del mondo. Lottiamo per loro e per la loro libertà!”.

Per Palmina Perri Moscato, Rappresentante regionale Calabria del Comitato: “Il mio pensiero come volontaria attiva come quello di Doriana Coppola, Presidente del centro antiviolenza Ariel, è che occorre un lavoro costante e quotidiano sul territorio per sensibilizzare, informare e creare rete. La violenza sulle donne è un fenomeno che interessa tutti i luoghi di lavoro e più se ne discute, mettendo in campo azioni concrete, più possibilità abbiamo di sradicarlo. I focal group, che abbiamo realizzato nelle scuole, hanno evidenziato che il fenomeno è preoccupante tra i giovani, nei rapporti non solo familiari ma anche tra coetanei. Dal nostro canto abbiamo realizzato una campagna dal titolo BRACCIAPER AMARE con un video di sensibilizzazione con il quale stiamo formando professionisti nell’ambito scolastico e socio sanitario per far sì che il fenomeno e i suoi segnali possano essere prontamente riconosciuti sin dagli esordi”.