Venerdì, 6 Marzo, 2020

AGCI RICORDA IL SUO PRIMO PRESIDENTE: MEUCCIO RUINI

A 50 anni dalla sua morte, l’Associazione Generale delle Cooperative Italiane rende omaggio a Meuccio Ruini, che è stato anche uno dei padri Costituenti della nostra Repubblica.

“La cooperazione italiana è uno dei fatti più notevoli della nostra vita nazionale e di tutto il movimento sociale contemporaneo. Più giovane che negli altri grandi Paesi d’Europa, la cooperazione italiana – che ha mezzo secolo di vita – ha conquistato un posto rilevante nelle varie forme di attività economica”.

Questa una delle tante celebri dichiarazioni di Meuccio Ruini che confermano il pensiero e l’impegno di un uomo politico la cui storia e i valori sono da sempre stati legati alla coesione, all’inclusione e alla giustizia sociale e il cui contributo è stato determinante in diversi settori: nel diritto, nell’economia, nella società, nella vita politica italiana e in AGCI.

A riprova degli ideali laici che sono alla base delle sue origini, l’AGCI, infatti, si dichiara orgogliosa di averlo avuto come primo Presidente. In particolare è stato nel 1952, anno di nascita dell’Associazione,che Meuccio Ruini ha assunto la Presidenza di AGCI, mantenendola fino al 1958, anche se, già da anni si impegnava per lo sviluppo e la promozione del movimento cooperativo.  Per questo ricordato peraltro dal Presidente Nazionale di AGCI, Giovanni Schiavone, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede dell’Associazione a Roma, in Via Nazionale 243.

Eletto come Deputato dell’Assemblea Costituente il 2 Giugno 1946, Meuccio Ruini è stato incaricato di redigere il testo costituzionale. In quell’occasione gli fu riconosciuta, in particolare, la dote di negoziatore e paciere tra le diverse istanze politiche e sociali che si manifestarono durante la stesura della Costituzione.

L’essere “equilibratore” era sicuramente una delle sue più grandi peculiarità che gli consentiva di dialogare anche con chi aveva tradizioni politiche e culturali diverse.

Sono trascorsi 50 anni dalla sua morte, ma il tempo non ha cancellato le sue parole e il suo insegnamento sull’importanza del dialogo che sono tuttora validi, specialmente per il valore della cooperazione intesa come unione e collaborazione per vivere in una società più equa e giusta.

Il suo esempio deve fungere da monito per tutti noi Cooperatori e Cooperatrici che, quotidianamente, ci impegniamo nell’agire insieme per il bene di tutta la comunità non dimenticando gli stessi principi affermati da Ruini, secondo cui: “La cooperazione è sacrificio. La cooperazione è educazione. Non vi è cooperazione senza il lavoro e la preparazione spirituale dei Cooperatori”.