Mercoledì, 13 Febbraio, 2019

Brenno Begani: “Saltiamo la lumaca”

Il pensiero del Presidente AGCI sul tema “Imprese e burocrazia”.

Sono “Storie di ordinaria follia burocratica” quelle legate alle piccole e medie imprese in Italia, i cui protagonisti, purtroppo, non vivono di certo il lieto fine del “vissero felici e contenti”. Una realtà, questa, confermata da numeri e sondaggi. Secondo quelli più recenti dell’Ocse, tra i 19 Paesi dell’Area Euro, l’Italia si posiziona al 14° posto della classifica generale sulla facilità di fare impresa.

Come se non bastasse, noi italiani risultiamo essere gli ultimi nella graduatoria sia per quanto riguarda gli oneri per avviare un’impresa, sia per l’entità dei costi necessari per recuperare i crediti nel caso di un fallimento del debitore; inoltre, siamo al terzultimo posto sia per la quantità di ore annue necessarie per pagare le imposte, sia per il numero di giorni indispensabili per ottenere una sentenza a seguito di una disputa commerciale (precisamente poco più di 3 anni).

Le imprese nostrane spendono oltre 31 miliardi per pagare gli adempimenti fiscali. È un apparato amministrativo “lumaca” per ciò che riguarda anche il pagamento dei debiti della P.A. Basti pensare che nel 2017 era pari a 57 miliardi di cui 27,6 in ritardo, saldati in media in 104 giorni.

“I tempi e i costi della burocrazia – afferma Brenno Begani, Presidente Agci (Associazione Generale Cooperative Italiane) – sono diventati una vera e propria “patologia” che rende sofferente un Paese come il nostro: non lo fa vivere, ma sopravvivere tra farraginose pratiche e pochi incentivi, sia economici che psicologici. Un Paese che, invece, deve puntare sul lavoro, deve favorire i giovani che vogliono fare impresa e non farli emigrare, deve agevolare i tempi, i costi e gli Enti con cui gli imprenditori si interfacciano”.

Per rimanere in tema di numeri, statistiche e storie concrete, pensiamo che prima ancora di servire un caffè, il titolare di un bar deve affrontare ben 71 adempimenti burocratici per aprire la propria attività e spendere, tra bolli, corsi e autorizzazioni, circa 15 mila euro.

“Questo è uno dei tanti esempi – aggiunge Begani – di chi vuole intraprendere la strada di fare impresa, una strada che già in partenza risulta essere piena di insidie, ostacoli e che non facilita nessun percorso se non quello che porta a disincentivare nel non andare avanti e mollare tutto, nel non raggiungere il traguardo. Ci portiamo dietro il peso della burocrazia, come la lumaca la sua casa”.

“Solo attraverso il confronto e il dialogo con le Associazioni di categoria che conoscono bene le loro problematiche ed esigenze – continua il Presidente dell’Associazione Generale Cooperative Italiane – possiamo saltare la “lumaca” della burocrazia, nella sua lentezza e apatia”.

“Ci auguriamo, inoltre, che – afferma Begani – il Decreto Semplificazioni, che per molti aspetti prevede procedure più semplificate e snelle per la nascita di start up e PMI innovative, possa essere ulteriormente migliorato affinché si ottenga una più efficace semplificazione. AGCI, che conosce bene la realtà delle Imprese soffocate dalla burocrazia, ha un Progetto, un progetto fatto di proposte e iniziative volte al più facile raggiungimento della “sburocratizzazione”, come l’annoso problema del debito della pubblica amministrazione nei confronti delle Imprese. Questo uno dei tanti temi che vogliamo affrontare con le Istituzioni. È importante, infatti, essere tra i primi interlocutori, in qualità di Organi Rappresentanti, a dialogare con le forze politiche e istituzionali – conclude Begani aggiungendo che: “Più burocratica è un’organizzazione, più grande è la misura in cui il lavoro inutile tende a rimpiazzare il lavoro utile. La burocrazia non è altro che l’arte di rendere impossibile il possibile. E’ una lumaca che ostacola il cammino”.