Lunedì, 12 Febbraio, 2024

Cantine Ermes, una grande cooperativa della Sicilia investe nel Nord: con la Lombardia sono sei le regioni del suo "Mosaico di Identità"

Il presidente Rosario Di Maria: «Una sesta regione entra a far parte del "Mosaico di Identità" di Cantine Ermes. Dopo Sicilia, Veneto, Puglia, Abruzzo ed Emilia-Romagna, siamo anche in Lombardia».

«Cantine Ermes Canneto sarà operativa già per la prossima vendemmia». Rosario Di Maria, presidente dell’azienda cooperativa agricola da sempre aderente all’AGCI, commenta così l'acquisizione della Cantina di Canneto.
«Siamo pronti ad operare su questo territorio mantenendo i capisaldi di Fiducia e Rispetto. Rispetto dei nostri soci viticoltori che sposano il progetto, rispetto delle peculiarità distintive di tutti i territori. Fiducia, quella che giorno dopo giorno, siamo riusciti a generare e, oggi, è riuscita a sconfiggere i pregiudizi che affronta una cantina siciliana quando si presenta in altre regioni. Con Ermes il percorso si è rovesciato: è il sud che investe nel nord».

«Siamo fieri e orgogliosi che una cooperativa della Sicilia da sempre aderente ad AGCI, continui ad inanellare successi, continuando e rafforzando attraverso fusioni e acquisizioni la sua espansione in Italia del Nord», dichiara Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI Sicilia. Cantine Ermes, società cooperativa agricola fondata nel 1998, è oggi l’azienda multiregionale con il più alto numero di ettari vitati nel paese, record che detiene anche per le produzioni a regime di agricoltura biologica. «Nelle cinque regioni produttive in cui era presente prima della sua espansione in Lombardia, l’azienda siciliana contava già 2.513 soci conferitori, per una superficie complessiva in produzione superiore ai 13.600 ettari (vendemmia 2022) - ricorda Cappadona -. Nel 2023 la cooperativa ha registrato un fatturato di oltre 128 milioni di euro, in crescita sui 118 dell’anno precedente. Cantine Ermes si è ora aggiudicata all'asta, lo scorso 30 gennaio, lo stabilimento produttivo e il marchio della Cantina Sociale di Canneto, nell'OltrePo Pavese, territorio da dove proviene il 75% del pinot nero ». L’Oltrepo Pavese è un’area estremamente vasta a sud del Po, che nella parte collinare dell’Appennino Settentrionale comprende 12.512 ettari di vigneti e sette denominazioni, per una produzione di circa 72 milioni di bottiglie (nel 2021). Qui è presente la più grande superficie vitata a pinot nero in Italia (2.800 ettari) e la quarta in Europa (dopo Champagne, Borgogna e Languedoc)».

«Accanto a questa nota positiva - sottolinea Cappadona - è doveroso però in questo momento dare voce alle proteste degli agricoltori, non solo vitivinicoli, per le gravissime criticità che subiscono tantissime imprese del settore, oggi in ginocchio, per i rincari del carburante e dell'energia e la riduzione dei consumi, che si aggiungono alle politiche agricole che da decenni penalizzano e trascurano l’enorme potenzialità dei prodotti della nostra terra. Che la politica manifesti solidarietà non basta, come non bastano i 25 milioni di euro per due anni per i danni causati dalla peronospora stanziati dalla Regione Sicilia a fronte dei 350 milioni di danni certificati dalla stessa Regione nell’anno 2023. Sollecitiamo l’adozione di misure da tempo attese, come la “vendemmia verde”, che elimina i grappoli non ancora giunti a maturazione, e l’arricchimento dei mosti con zucchero d’uva o con mosto concentrato rettificato (MCR), in modo da favorire l'utilizzo delle eccedenze di produzione. Occorre - ricorda Cappadona - porre immediato rimedio alla debacle con cui nel 2021 la Regione Sicilia vide bocciati da Roma tutti i 31 progetti presentati per l’ammodernamento, coi fondi del Pnrr, dei disastrati sistemi irrigui dei consorzi di bonifica siciliani».

Crisi dell’agricoltura, proteste in tutta Europa contro le politiche comunitarie. Bruxelles bloccata dai trattori. Il governo tradisce il Sud. In Sicilia chiesto lo stato di calamità per la siccità. Convocata unità di crisi.

«L'Ue, attraverso la Politica agricola comune (Pac), destina un terzo del suo bilancio all'agricoltura, attuando però linee di indirizzo inadeguate, controproducenti e fortemente penalizzanti. Se il governo tradisce il Sud nel tutelare i nostri produttori, a Bruxelles come a Roma, - sottolinea il presidente Cappadona - AGCI Sicilia annuncia che rafforzerà al massimo il suo impegno di denuncia. Siamo contrari alla carne coltivata, ad analoghi alimenti artificiali  e alla farina di insetti. Occorre invece valorizzare le tipicità come i nostri grani antichi e contrastare la devastante cultura dei consumi che impone il panino fastfood ripieno di prodotti che provengono dall'altro capo del mondo e del tutto diversi da quelli ottimi dei nostri territori.

Confidiamo - auspica Cappadona - in una nuova politica di interventi tempestivi ed efficaci da parte del governo Schifani, che ha istituito e già convocato per l’insediamento martedì prossimo a Palazzo d’Orleans l’Unità di crisi sull’agricoltura di cui fanno parte, oltre all'assessore regionale Luca Sammartino, i dirigenti generali dei dipartimenti Agricoltura, Attività sanitarie ed osservatorio epidemiologico (Dasoe), Acqua e rifiuti e Protezione civile, oltre al segretario generale dell'Autorità di bacino. È ormai improrogabile un quadro organico di misure per la difesa del settore agricolo siciliano, che la giunta Schifani dovrà sollecitare con forza a livello nazionale ed europeo. È stato chiesto di sollecitare che Roma dichiari lo stato di calamità per la siccità. Dobbiamo presumere, e lo affermo in tutta serietà - conclude Cappadona -, che il presidente del consiglio sia consapevole quanto sia importante, strategica ed emergenziale la politica agricola italiana, al punto da averne affidato il dicastero nazionale al proprio cognato. Consideriamo questa scelta familiare un impegno politico diretto del premier, che il governo Meloni vorrà mantenere per il ruolo centrale che le politiche del settore rivestono per l’intera tenuta economica del sistema Italia, nel complicato rapporto con l’Unione Europea».