Sabato, 10 Febbraio, 2024

Siccità Sicilia, giunta regionale delibera stato di calamità naturale e incarica Unità di crisi di individuare i necessari interventi urgenti

Da "L'Altra Sicilia - Cooperazione Siciliana"

Cappadona, AGCI (nella foto a destra): «Bene la tempestiva dichiarazione dello stato di calamità naturale per la siccità. Ora massimo impulso all'Unità di crisi dell'agricoltura». La Sicilia è l’unica regione d’Italia e tra le poche d’Europa in zona rossa per carenza di risorse idriche. La stessa situazione che si ritrova in Marocco ed Algeria.

Preannunciata al tavolo dell’Unità di crisi, la Giunta regionale stamattina ha deliberato la dichiarazione di calamità naturale per siccità severa, su proposta dell’assessore all’Agricoltura Sammartino (nella foto a sinistra), che rende possibile attivare l’intervento straordinario della Protezione civile per la salvaguardia del patrimonio zootecnico, in modo da far fronte alla mancanza di foraggio e acqua.

La siccità sta danneggiando agricoltori e allevatori, già gravati dalle conseguenze dei fenomeni atmosferici anomali che hanno colpito l'Isola per tutto il 2023. L'allevamento degli animali è il settore più colpito - si legge in una nota della Regione - per l'assenza di foraggio verde e la mancanza di scorte di fieno danneggiate dalle anomale precipitazioni del maggio dell'anno scorso. Il governo regionale ha quindi incaricato l’Unità di crisi istituita di recente e ora integrata dai dirigenti dei dipartimenti Bilancio e Programmazione, di individuare possibili interventi strutturali da eseguire con urgenza per fronteggiare la carenza idrica, salvaguardare gli allevamenti zootecnici e le produzioni delle aziende agricole garantendo sufficienti volumi d’acqua.

Tanti i temi trattati già nel corso della prima riunione operativa dell’unità di crisi istituita dal presidente della Regione siciliana, riunita mercoledì pomeriggio con i rappresentanti di Confagricoltura, Cia, Agci-Associazione Generale Cooperative Italiane, Confcooperative, Legacoop e i movimenti che nelle ultime settimane, con la marcia dei trattori, hanno chiesto attenzione alla politica europea, nazionale e regionale.

«C’era Dino Taschetta, presidente delle biocantine Colomba Bianca in autorevole rappresentanza delle cooperative agricole AGCI Sicilia, al tavolo tecnico dell’Unità di crisi sull’agricoltura presieduta dall’assessore Luca Sammartino», commenta Michele Cappadona, presidente regionale Associazione Generale delle Cooperative. «La scorsa settimana Taschetta aveva rinnovato il suo allarme per la grave siccità in atto e l’annosa disastrosa situazione del sistema di irrigazione idrica regionale. Su 46 invasi presenti in Sicilia, appena 22 risultano in “esercizio normale” secondo la banca dati del ministero delle Infrastrutture. AGCI Sicilia, che è sempre costantemente intervenuta nel supportare le istanze delle cooperative agricole - continua Cappadona -, ha intanto sottoscritto il documento sull’emergenza in atto presentato al tavolo tecnico dall’associazione “Protettori del Territorio”, cui hanno aderito numerosi enti pubblici e produttori siciliani».

«Sostanzialmente - osserva Dino Taschetta - finora l'assessore non ha preso nessun impegno, non ha dato nessun chiarimento su quando pagheranno gli indennizzi per la peronospera, nessun impegno per chiudere le paratoie delle dighe, nessun impegno per darci una mano a mantenere in vita i diritti di reimpianto per almeno 10 anni. Ho la sensazione che non ci si renda conto di quanto drammatica sia la situazione dei produttori e che sia indispensabile un intervento immediato, non con l’ordinaria flemmatica tempistica burocratica». Gli fa eco Michele Cappadona: «Bene la task-force, ma non basta. Occorre ora una serie di decreti di urgenza che assegnino le somme necessarie ai produttori in ginocchio. L’emergenza idrica è frutto di annosa negligenza, l’attuale siccità è solo l’evento calamitoso occasionale, che rende plasticamente evidente fino a che punto sia inaccettabile una gestione del settore agricolo da decenni così superficiale e distruttivo. Che non si pensi possa venire tollerata ulteriore inerzia. Siamo subissati - continua Cappadona - dalle proteste di tutte le nostre cooperative. Saremo invasi da colonne di trattori. Occorre responsabilmente dare risposte tangibili e immediate. A decenni di sottoinvestimenti il governo regionale deve reagire provvedendo a farsi semplcemente restituire quanto è stato depredato alla Sicilia in termini di risorse negli ultimi 70 anni. Le imprese agricole siciliane, le nostre cooperative, non soffrono solo per la siccità e non sono solo vitivinicole. Abbiamo un patrimonio agroalimentare che riguarda grano, ortaggi, silvicoltura, allevamento e trasformazione - conclude Cappadona -. Non vogliamo essere più un'economia "differenziata" e sfruttata dal Nord».

Le maggiori criticità evidenziate dai partecipanti al tavolo riguardano i bassi prezzi dei prodotti agricoli (rimasti costanti nonostante l’inflazione), l’aumento dei costi di produzione (gasolio agricolo, mangimi e concimi), l’iniqua distribuzione del valore lungo la filiera alimentare e i vincoli complessi della normativa europea sull’agricoltura che, attraversata dagli obiettivi della neutralità climatica, ha sacrificato la sicurezza alimentare e il reddito degli agricoltori.
Desta non poche preoccupazioni, inoltre, la situazione climatica dell’Isola, tra le poche regioni d’Europa in zona rossa per carenza di risorse idriche, aggredita dalla siccità con ripercussioni su qualità e quantità del fieno, il cui prezzo lievita e diventa insostenibile. Un altro tema discusso nel corso dell’incontro è stato quello relativo alle criticità connesse alla Politica agricola comunitaria e ad alcune specifiche politiche ambientali.

«Un incontro proficuo e operativo improntato all’ascolto e al confronto, nel corso del quale ho fatto il punto su alcune misure che introdurremo nei prossimi giorni – dichiara l'assessore Sammartino – per mettere in sicurezza un comparto strategico per la nostra economia. Per farlo servono fondi. E per questo in Conferenza Stato-Regioni ho avanzato la richiesta di regionalizzare le risorse e la gestione del rischio climatico per la programmazione 2023-2027».

L’assessore Sammartino ha fatto il punto su alcune misure pronte a essere messe in campo: completamento dei pagamenti agli agricoltori dei contributi per caro-energia e per il latte a seguito del rialzo dei costi di produzione provocati dal conflitto Russia-Ucraina, il pagamento dell’indennità compensativa per le aree montane (40 milioni) e per quelle svantaggiate (10 milioni). Via libera anche al pagamento dell’indennità Natura 2000 a seguito di rimodulazione finanziaria del Psr 2014-22 per complessivi 25 milioni di euro e ai saldi dell’agricoltura biologica 2023 (era stato corrisposto l’anticipo) a tutti gli agricoltori. Nessuno verrà escluso per l’applicazione dei criteri di priorità che sono stati verificati al 31 gennaio scorso dagli ispettorati dell'Agricoltura.

Per quanto riguarda le disponibilità idriche, continuerà l’attuazione del programma reti irrigue finanziate nel 2023, la realizzazione di 315 laghetti collinari e, qualora sia necessario aprire le dighe per ragioni di sicurezza idraulica, saranno avvisati gli agricoltori in tempo per prelevare acqua e convogliarla nei propri laghetti. Inoltre si è insediato il gruppo di lavoro per il riuso delle acque in agricoltura a partire dai depuratori che, coerentemente alla normativa comunitaria, rilasciano acque con caratteristiche idonee per gli usi agricoli (Cefalù, Marsala, Catenanuova, Gela).

«La Regione Siciliana c’è e farà la propria parte, ma all’Unione Europea dobbiamo ricordare – aggiunge Sammartino – che l’agricoltore non è nemico dell’ambiente, che la sostenibilità deve essere anche economica e sociale e che la neutralità climatica non può sacrificare la sicurezza e la sovranità alimentare, cioè il diritto dei popoli ad avere cibo sicuro in quantità e qualità. Ben venga la transizione ecologica, ma di concerto con gli agricoltori e non contro di loro. Alcune politiche ambientali comunitarie alla lunga possono ottenere esiti opposti, come pagare gli agricoltori per non coltivare i terreni, mentre andrebbe incentivata, al contrario, la coltivazione sostenibile dei suoli che potrebbe far aumentare la produzione alimentare e ridurre parallelamente le emissioni di gas serra».

Dell'unità di crisi fanno parte anche i dirigenti generali dei dipartimenti interessati, ovvero Dario Cartabellotta (Agricoltura), Fulvio Bellomo (Sviluppo rurale), Salvatore Requirez (Dasoe), Calogero Burgio (Acqua e rifiuti), Salvo Cocina (Protezione civile) e il segretario generale dell'Autorità di bacino, Leonardo Santoro.

«Ringrazio il presidente Schifani per l’intervento tempestivo nel dichiarare lo stato di calamità naturale – dice l'assessore Sammartino –. La situazione meteorologica degli ultimi mesi ha comportato una notevole diminuzione dei volumi d'acqua negli invasi impedendo una regolare irrigazione dei terreni per sostituire la mancanza delle piogge. Siamo consapevoli delle criticità e stiamo mettendo a punto tutti gli interventi necessari per sostenere e salvaguardare il comparto agricolo e zootecnico e i prodotti della nostra terra».