Martedì, 12 Luglio, 2022

Storie di cooperative AGCI - Comunicare il territorio con “SBC scarl”, cooperativa editoriale aderente ad AGCI Emilia-Romagna

Ne parliamo con il Presidente Brunello Cavalli

                                                                                                    

È nata da poco a Ravenna la cooperativa editoriale “SBC scarl”.
Si, è stata recentemente costituita a Ravenna la SBC scarl, una cooperativa che si occupa di editoria, comunicazione ed eventi. Attualmente i soci sono cinque (ma la compagine sociale verrà progressivamente ampliata): tre giornalisti (due professionisti e un pubblicista) un’insegnante di danza che curerà l’area di business degli eventi e una persona per il settore amministrativo.

Di cosa si occupa esattamente?
La SBC scarl si occupa di editoria con la pubblicazione di libri e giornali (cartacei e digitali), di comunicazione e relazioni pubbliche, di organizzazione di eventi.
L’area di business editoria cura sia la pubblicazione di testate tecniche (Italian Food Today quotidiano digitale sulla filiera agroalimentare / Viaggiare sul turismo leisure / Giornale.it sull’informazione generalista) sia libri in formato tradizionale cartaceo che digitale (ebook) con il marchio editoriale “SBC edizioni” esistente da oltre 15 anni ed appena rilevato dalla nuova cooperativa.
Le pubblicazioni riguardano opere di saggistica, manualistica, università e formazione, storia, arte e tradizioni dei territori, letteratura varia. Appena avviata la nuova collana “Territori” dedicata all’Emilia Romagna, alle sue genti, alla sua storia, alle sue tradizioni.

Lei è il Presidente?
Si, sono Presidente della cooperativa. Sono giornalista professionista, già redattore de La Gazzetta di Ravenna, il Messaggero e collaboratore de Il Sole 24 Ore.

Com’è entrato in contatto con AGCI?
Grazie a Eugenio Fusignani, Presidente di AGCI Culturalia. La nostra è un’amicizia che ci lega da anni. Aderendo ad AGCI possiamo lavorare maggiormente sul territorio, valorizzandolo. Viviamo in una zona che ha alta vocazione per la cooperazione, che rappresenta un modello sociale ed economico vantaggioso per la nostra economia.
In Emilia Romagna, ma non solo qui, la cooperazione produce ricchezza, lavoro, benessere per la comunità, sviluppando un forte senso d’identità e appartenenza.  

L’editoria è un settore in crisi. La carta stampata ancora di più. Come mai ha deciso d’intraprendere questo percorso editoriale? Cosa si dovrebbe fare per dare impulso a un settore come quello della cultura e dell’editoria?
Intanto c’è un problema che riguarda i piccoli editori ed è la distribuzione perché purtroppo quello che il lettore comune non sa è che i margini di guadagno sono davvero risicati, per di più le librerie prendono i libri in conto vendita, cioè pagano solo quelli che effettivamente riescono a vendere entro un dato lasso di tempo concordato con l'editore. La fiscalità va bene perché c’è l’iva al 4%, però sarebbe auspicabile che la gente leggesse di più. I dati lo confermano, infatti: la percentuale dei lettori rimane sempre bassa. Non si leggono neanche i giornali. Questo è un problema davvero grosso. I ragazzi ormai si informano attraverso i social ed è pericoloso per l’incontrollabile marea di fake news.
L’ebook è stato un flop, la versione digitale dei libri non piace.

Quanto è importante la piccola e media editoria per il territorio?
L’AGCI è costituita principalmente da piccole e medie cooperative culturali ed editoriali. Proprio per questo è importante difendere il pluralismo dell’informazione attraverso norme che ne garantiscano la valorizzazione, l’identità e la salvaguardia. Cultura e cooperazione sono un binomio indissolubile, rappresentano la base del pluralismo che ha il suo reale vivaio nei territori dove le buone pratiche si sviluppano facendo nascere le voci vere, anche quelle editoriali. Dobbiamo muoverci per sostenere queste voci, uniche ed originali, che rischiano purtroppo di spegnersi, specie se messe a confronto nel mercato coi grandi colossi dell’editoria.

Quali sono i suoi obiettivi per il futuro?
Sicuramente quello di radicarci bene nel territorio, per farlo conoscere meglio, con una serie di collane che riguardino diversi aspetti: non solo la storia e le tradizioni ma anche l’economia, collaborando con diverse Istituzioni, come ad esempio l’Università, per svolgere studi, ricerche ed approfondimenti che diano un valore aggiunto al nostro lavoro.