Mercoledì, 11 Luglio, 2018

Appalti: ancora insufficienti le indicazioni relative ad incidenza del costo del lavoro su importo complessivo, ma crescono considerazione del “capitale umano” ed attenzione ai protocolli di legalità

I primi dati del progetto “Qualità e diritti. Politiche strategiche e livelli di tutele nei contratti pubblici” realizzato con la partecipazione dell’Alleanza delle Cooperative Italiane.

Roma, 11 luglio 2018 - Fa un altro passo in avanti la campagna “Massimo ribasso, minimi diritti”, che l'Alleanza delle Cooperative Italiane, dopo la raccolta delle firme contro le false cooperative, ha lanciato per continuare la propria attività portando in evidenza criticità e proposte sul sistema degli appalti.
 
È stato infatti pubblicato il primo numero della Newsletter prevista dal progetto "Qualità e diritti. Politiche strategiche e livelli di tutele nei contratti pubblici", promosso dall'Osservatorio sugli appalti pubblici presso la Facoltà di Giurisprudenza di Trento e dalla Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università Bocconi e dell’Università degli Studi di Pavia, e realizzato con la partecipazione dell’Alleanza delle Cooperative Italiane che raggruppa A.G.C.I., Confcooperative, Legacoop.
 
L’obiettivo del progetto  è quello di conoscere e monitorare se, e come, le amministrazioni aggiudicatrici italiane perseguono attraverso l’azione contrattuale, in una dimensione di legalità e di trasparenza, non soltanto l’interesse all’economicità della prestazione, ma anche obiettivi ulteriori quali la promozione di politiche ambientali, l’inclusione sociale, le politiche attive del lavoro, la tutela rafforzata dei diritti dei lavoratori e dei luoghi di lavoro, l’innovazione dei beni e dei servizi, la partecipazione delle micro, piccole e medie imprese.
 
Elementi cardine del progetto sono: l’elaborazione dei dati ricavabili dai bandi delle PA e l’analisi delle decisioni giurisprudenziali per conoscere le tendenze del mercato e dei suoi attori; la condivisione del sapere tramite area web www.osservatorioappalti.unitn.it/quality, newsletter, workshop tematici; la preparazione dei contenuti secondo formule di co-working.
 
Alcuni dati interessanti che emergono dal primo monitoraggio
Alcuni dati interessanti emergono già dal primo monitoraggio dei bandi relativi ai contratti pubblici. Un monitoraggio che ha preso in esame, tra i 700 usciti nell’arco di un mese e mezzo nell’autunno 2017 (inizio settembre/metà ottobre), gli avvisi di gara per lavori oltre i 2 milioni di euro e per servizi superiori ai 750mila euro 
 
QUALE QUANTIFICAZIONE DEL COSTO DEL LAVORO?
La prima buona notizia viene dal fatto che nel 96,3% dei casi si è trattato di procedure aperte, come raccomandato dal nuovo Codice, rendendo così le gare accessibili a tutti. Nel determinare l’importo massimo il costo del lavoro era esplicitato nel 35,29% dei bandi per lavori e nel 12,9% di quelli per servizi, ma era assente rispettivamente solo nel 23,53% per i lavori e nel 21,94% per i servizi. In tutti gli altri casi, le motivazioni indicate dalla Stazione appaltante nel bando, per giustificare l’incidenza del costo del lavoro sull’importo complessivo delle prestazioni messe a gara, sono spesso risultate generiche e riportano solo il rinvio alla contrattazione collettiva di settore. L’effetto è che, a fronte di questo deficit, i concorrenti potrebbero non avere elementi sufficienti per apprestare una offerta coerente.
 
MAGGIORE SPAZIO ALLA QUALITA’?
Con quale criterio sono state assegnate le procedure? In molti casi -per la precisione, nel 34% circa degli appalti di lavori e nel 46% circa degli appalti di servizi monitorati- le Stazioni appaltanti hanno attribuito al progetto un punteggio superiore alla soglia minima dei 70 punti prevista dal Codice appalti. Questo dato potrebbe essere letto come adesione delle Stazioni appaltanti alla indicazione del legislatore di incentivare la qualità e non solo il prezzo. Dall’altro è però emerso che in molti casi sono state richieste, con l’occasione dell’offerta tecnica, “prestazioni aggiuntive”: questo tipo di valorizzazione dell'offerta, quando incide sul costo del lavoro, può creare una situazione negativa di cosiddetta offerta al massimo ribasso mascherato.
 
MAGGIORE CONSIDERAZIONE DEL “CAPITALE UMANO”?
Nell’81,2% dei bandi di appalti di servizi e nel 61,7% dei bandi di appalti di lavori è prevista l’attribuzione di punteggi per l’organizzazione, la qualifica e l’esperienza maturata del personale effettivamente utilizzato nell’appalto. Questo elemento di valorizzazione dell’offerta è una novità del Codice appalti del 2016 e risulta essere positivamente apprezzato ed applicato dalle Stazioni appaltanti.
 
L’ATTENZIONE AI PROTOCOLLI DI LEGALITA’
In grande crescita risulta poi l’attenzione ai protocolli di legalità che, pur promossi da poco tempo al momento dell’analisi, sono stati rilevati nel 58,52% dei casi esaminati per le gare sui lavori e nel 51,61% per quelle sui servizi.