Martedì, 25 Settembre, 2018

Le cooperative sociali rappresentano a pieno titolo la biodiversità economica

Riforma del Terzo Settore e IMPRESA SOCIALE 
Cosa cambia per la Cooperazione sociale e quali le prospettive?

Roma, Palazzo De Carolis, 25 settembre 2018

Oltre 1200 cooperative e imprese, 70.000 occupati, un fatturato di 1 miliardo di euro. AGCI Solidarietà si presenta con i numeri giusti e un trend di crescita del 20% all’appuntamento con la Riforma del Terzo Settore, tema al centro del convegno organizzato questa mattina a Roma dall’Associazione Generale Cooperative Italiane con il titolo “Riforma del Terzo Settore e Impresa sociale: cosa cambia per la Cooperazione sociale e quali le prospettive”. L’incontro ha illustrato le numerose e significative innovazioni normative che interessano direttamente le cooperative sociali, alla luce del D.Lgs. 117/2017 e del D.Lgs. 112/2017. La Riforma, in particolare, è intervenuta per rinnovare l’impresa sociale con l’intento di dare a questa forma di ente non profit concreti sostegni e agevolazioni fiscali. Per la prima volta anche le cooperative sociali assumono automaticamente, per legge, la qualifica di imprese sociali ed esercitano stabilmente attività d’impresa di interesse generale per perseguire finalità civiche solidaristiche e di utilità sociale. In sostanza, sono imprese sociali ope legis, senza che sia perciò necessario verificare per esse la sussistenza dei requisiti essenziali per la qualifica, come invece avviene per tutte le altre imprese sociali. Nonostante le rilevanti novità introdotte dalla riforma che costituiscono anche il portato dell’intervenuto inquadramento dell’impresa sociale nel terzo settore e nel suo Codice, l’impianto complessivo della disciplina relativo alle cooperative sociali non è stato rivoluzionato. Oggi la situazione appare senz’altro diversa. Il nuovo d.lgs. 112/2017 – Impresa Sociale, che ha abrogato la precedente disciplina, oltre che per una più elevata qualità legislativa del testo, si caratterizza per il fatto di offrire diverse opportunità di sviluppo dello strumento dell’impresa sociale in forma cooperativa.

Le cooperative sociali rappresentano a pieno titolo la biodiversità economicaL’economia sociale già oggi garantisce un contributo al prodotto interno lordo di circa il 10% e secondo una stima di Cecoop garantisce, in varie forme, soci lavoratori, dipendenti, lavoratori autonomi associati in cooperativa, oltre 16 milioni di posti di lavoro. A fronte delle grandi trasformazioni in atto, in una epoca che può essere considerata, per alcuni, di trasformazione o per altri invece ritenuta di trasformazione epocale, l’economia sociale può dare, in entrambe le visioni, un contributo determinante. Vi sono fenomeni quali l’aumento della popolazione anziana, con le condizioni di autosufficienza, e purtroppo anche non autosufficienza, la rapida obsolescenza delle competenze, si calcola che tale fenomeno, nei prossimi 15 anni, cancellerà ben tre milioni di posti di lavoro e che comportano la necessità di gestire le sempre più numerose transizioni sul lavoro; l’esigenza di garantire , e a prescindere, una effettiva integrazione degli immigrati, la comparsa di nuove forme di disagio giovanile, tutto ciò richiede nuovi servizi e nuove modalità di organizzazione. Occorre accrescere l’offerta di servizi alla persona, per mantenere e rafforzare la coesione sociale. È necessario immettere nella nostra azione maggiori dosi di innovazione sociale, sia nei servizi sia nei processi di produzione di beni. Dobbiamo rivendicare in tutte le sedi la testimonianza attiva, solidaristica e sussidiaria, che le cooperative sociali svolgono sul territorio in quanto rappresentano quella diversità della quale sono, come sapete, un convinto assertore, rispetto a quelle imprese il cui fine ultimo è solo il profitto. "Quello di oggi rappresenta un importante momento di riflessione sugli effetti di una riforma molto complessa e per certi versi rivoluzionaria, che promette di fare ordine in un sistema frammentato di norme e regolamenti, ma lascia aperti alcuni interrogativi di rilievo e pone tutti i soggetti del Terzo settore di fronte a sfide impegnative, che richiedono un nuovo approccio e disegnano nuovi assetti nel campo del welfare - ha dichiarato il Presidente nazionale AGCI, Brenno Begani - AGCI sostiene gli sforzi compiuti dal legislatore nel ristrutturare un universo oltremodo complesso e nel contempo si pone, con tutte le cooperative e le imprese sociali del suo sistema, al fianco della Pubblica Amministrazione nella consapevolezza che il radicamento sul territorio, insieme alla profonda conoscenza delle esigenze delle comunità locali ed alle esperienze già maturate in diversi decenni di attività, possano candidare a pieno titolo la Cooperazione quale partner strategico della stessa P.A. in un’ottica di concreta sussidiarietà, coprogrammazione ecoprogettazione".

Al Convegno, moderato da Sarah Chiusano Responsabile AGCI Solidarietà Lombardia ed introdotto da Emanuele Monaci, Componente della Presidenza di AGCI Solidarietà, hanno partecipato Gabriele Sepioavvocato, membro del Consiglio Nazionale del Terzo Settore e del Comitato di gestione della Fondazione Italia Sociale, Marco Petrillo dottore commercialista ed esperto contabile vice presidente UNEBA Lombardia, Massimo Piscetta dottore commercialista ed esperto contabile, Dario Prunotto: Responsabile Unicredit Territorial Development & Relations, Luciano Gallo avvocato consulente ANCI Marco Carini, amministratore unico INLAB Incubatore e Presidente Cooperativa Inacqua. È intervenuto l'Onorevole Luigi Bobba, già sottosegretario al Welfare, che può essere considerato il padre della Riforma. Ha concluso Brenno Begani, Presidente Nazionale AGCI.

Roma, 25 settembre 2018