Massimo Mota: “La cooperazione è partecipazione. L’AGCI sarà motore di innovazione e inclusione”

Massimo Mota è stato da poco eletto presidente nazionale dell’AGCI – Associazione Generale delle Cooperative Italiane – nel corso del XXVI Congresso nazionale, tenutosi il 14 e il 15 maggio. Nel suo primo discorso da presidente ha messo al centro parole chiave come partecipazione, innovazione, solidarietà e rappresentanza, tracciando le linee guida per il futuro della cooperazione italiana.
Secondo Mota, oggi più che mai la cooperazione deve saper leggere i cambiamenti della società e offrire risposte concrete ai bisogni delle persone, soprattutto delle fasce più fragili. In questa intervista rilasciata ad Agenparl, il neo presidente racconta le priorità della sua agenda: come rilanciare la nascita di nuove cooperative, rafforzare il dialogo con le istituzioni e rinnovare il ruolo dell’AGCI all’interno dell’Alleanza delle Cooperative Italiane. Uno sguardo lucido e appassionato su un settore che continua a dimostrare il proprio valore sociale ed economico.
Domanda. Presidente Mota, nel suo intervento di insediamento ha evidenziato il valore imprescindibile della partecipazione come motore vitale per ogni associazione. Quali azioni concrete intende promuovere per rafforzare il coinvolgimento attivo delle cooperative associate all’interno del sistema AGCI?
Mota. AGCI è un’associazione di tutela e rappresentanza del movimento cooperativo e, quindi, è dalla tutela e dalla rappresentanza che occorre ripartire, mettendo in campo forze e risorse per consolidare quanto già fatto e per arrivare dove ancora la presenza dell’Associazione non c’è o dove è poco avvertita. Siamo prima di tutto cooperatori e come tali dobbiamo comportarci. Valori come la collaborazione, la condivisione, l’inclusione, la solidarietà, che caratterizzano il nostro sistema, quello della cooperazione, non devono solamente posizionarci nel mondo, ma anche mostrare un’azione di rafforzamento della presenza associativa nel contesto sociale ed istituzionale.
Esperienze, modelli organizzativi efficaci e buone prassi, se condivisi e messi in rete, arricchiscono l’intero sistema cooperativo, in tutti i settori e nelle associazioni territoriali.
La partecipazione è il motore vitale per ogni associazione. “Libertà è partecipazione”, cantava Giorgio Gaber, esprimendo un concetto molto profondo sulla natura della libertà, che non è individuale, ma una libertà che si realizza attraverso il coinvolgimento attivo nella società e nella vita pubblica. Questo vale anche nella cooperazione, dove tutti partecipano per raggiungere il benessere collettivo, non dell’individuo.
Domanda. Ha sottolineato come il cambiamento rappresenti non solo una sfida, ma anche un’opportunità straordinaria per l’innovazione. In quali ambiti settoriali intravede oggi le prospettive più promettenti per l’evoluzione del modello cooperativo, e quale sarà il ruolo di AGCI nel favorirne la transizione?
Mota. Il cambiamento non è solo una sfida, ma anche un’opportunità straordinaria per l’innovazione. Assolutamente vero. Viviamo un momento di profondi cambiamenti per la nostra società. Cambiamenti che la cooperazione deve saper cogliere in quanto incideranno sempre più nelle nostre vite. In passato la cooperazione è sempre stata presente e funzionante contribuendo in maniera decisiva a offrire soluzioni che, attraverso i principi di solidarietà, difendevano le fasce più deboli. E ancora oggi deve essere così.
La cooperazione mitiga le diseguaglianze, è inclusiva, per sua natura contrasta gli elementi di esclusione sociale. Dove c’è più cooperazione esiste il benessere diffuso.
Sono diversi gli ambiti settoriali per le prospettive più promettenti per l’evoluzione del modello cooperativo: dal settore sociale e quello della transizione ambientale ed energetica, dai servizi ai settori dell’agroalimentare, della pesca e delle costruzioni. E poi ancora cultura e turismo. Ogni settore è chiamato ad innovarsi e ad adeguarsi ai cambiamenti che sono inevitabili e che devono essere saper colti per non restare indietro.
Domanda. Nel suo discorso ha affrontato il tema della denatalità cooperativa, invitando a una riflessione interna sul fenomeno. Quali sono, a suo avviso, le principali criticità da affrontare e quali strumenti ritiene prioritari per invertire questa tendenza e favorire la nascita di nuove realtà cooperative?
Mota. I dati ci dicono questo: non nascono nuove cooperative. La mortalità supera la natalità. Siamo un’associazione di cooperative, dobbiamo noi indagare sui motivi, cercando risposte sia nei cambiamenti in atto ma anche in noi stessi.
Le cooperative nascono per favorire l’accesso ai servizi laddove a tante persone questo è interdetto. Negli anni 2000 il boom della cooperazione sociale ha dimostrato che esistono bisogni sociali dove il settore privato non ci vuole andare.
Il nostro mestiere è capire dove la società in cui viviamo ha bisogno di cooperazione, progettare e mettere in piedi le risposte.
C’è sempre bisogno di cooperazione, questo è sicuro, perché ci sono sempre vecchi e nuovi bisogni dei più deboli. Spetta a noi creare le condizioni, far conoscere la strada cooperativa.
Si deve ripartire dalle persone competenti, che devono essere responsabilizzate per il meglio di quel che possono dare. E tra noi ci sono tanti validi professionisti cooperatori.
Domanda. Ha ribadito la necessità di rilanciare un confronto costante e costruttivo con il mondo politico, al fine di rafforzare il ruolo di rappresentanza dell’associazione. In quali ambiti normativi ritiene più urgente intervenire per sostenere e valorizzare l’impresa cooperativa nel contesto economico e sociale attuale?
Mota. Reputo sia importante, necessario, riprendere un dialogo, continuo e fluido, col mondo della politica, visto che siamo, come già detto prima, un’Associazione di rappresentanza.
Occorre avere una capacità di proposta, di sostegno, portando avanti una nostra linea che sia chiara, concreta e riconoscibile.
È importante essere presenti ai tanti tavoli che, a livello europeo, nazionale e territoriale, connettono la politica alla vita delle società cooperative e delle persone. È un impegno che dobbiamo garantire a tutte le nostre associate.
In ciascun luogo dove è richiesta la nostra presenza dobbiamo essere riconoscibili per la capacità propositiva e collaborativa.
Per fare questo occorre pensare ad un’organizzazione che segni un cambio di passo e di modello rispetto a quella fin qui maturata.
Domanda. Infine, ha fatto riferimento al ruolo storico di AGCI come elemento di equilibrio all’interno dell’Alleanza delle Cooperative Italiane. Ritiene vi siano oggi le condizioni per un rilancio strutturato dell’Alleanza in chiave unitaria e operativa?
Mota. AGCI insieme a Legacoop e Confcooperative costituisce l’Alleanza delle Cooperative Italiane, la più grande realtà di cooperative del Paese.
Noi abbiamo un nostro valore, la nostra storia laica e riformista, la nostra identità che è ben precisa e che ci contraddistingue dalle altre due Associazioni. La diversità è una risorsa che va difesa e tutelata.
Il rapporto con l’Alleanza ha bisogno di ritrovare un rilancio, diverso da quello che c’è stato in passato. Credo nell’Alleanza più che nella fusione in un’unica centrale.
In questi ultimi anni in cui c’è stato un indebolimento del patto dell’Alleanza, si è evidenziato maggiormente anche il bisogno nei rapporti tra noi, Confcooperative e Legacoop, di quel ruolo di cerniera e se vogliamo di ammortizzatore che AGCI ha sempre saputo svolgere in passato.
Crediamo di avere un compito nell’ACI che è quello facilitare il dialogo in maniera decisiva e in questo senso, benché siamo più piccoli, non per questo siamo meno importanti.
Con uno sguardo rivolto al futuro e radici ben salde nei principi della cooperazione, il presidente Massimo Mota apre una nuova fase per AGCI, puntando su partecipazione attiva, innovazione nei settori strategici, rilancio generazionale e dialogo costruttivo con le istituzioni. Un percorso che parte dall’ascolto dei territori e punta al rafforzamento del ruolo della cooperazione nel contesto economico e sociale del Paese.
INTERVISTA DI AGENZIA STAMPA PARLAMENTARE:
https://agenparl.eu/2025/06/04/massimo-mota-la-cooperazione-e-partecipaz...